La sessualità è considerata spesso dalle persone come “un aspetto” della relazione di coppia, a cui ognuno assegna una certa rilevanza ed anche funzione per la relazione ma sarebbe più corretto pensarla non come ad un pezzo del rapporto di coppia ma come l’ incarnazione di quel legame, che parla del funzionamento di quelle persone e di quella loro relazione.E’ però ben visibile quando è necessario dare un senso al sintomo sessuale. Se focalizzassimo l’attenzione alla parte superficiale manifesta del sintomo non coglieremmo il messaggio preciso e complesso che la sessualità sta mandando. Facciamo degli esempi frequenti di richiesta di aiuto. Accade spesso che un uomo lamenti una qualche disfunzione a carico dell’erezione. Se allarghiamo il campo di osservazione alla relazione di coppia, scopriamo che spesso il partner sta tenendo per sé una serie di malcontenti o più in generale difficoltà, non sentendosi in diritto di esplicitare e di protestare. Quell’ostilità passa dunque alla sessualità, dove la distanza che si crea e il disagio che prova la partner per il piacere che le viene negato, rappresentano il conflitto di coppia taciuto e somatizzato.
Un altro caso frequente è quello dello scarso desiderio sessuale di quelle coppie in cui uno è metaforicamente in una posizione di “genitore” con un ruolo dunque di guida, responsabilità talvolta controllo mentre l’altro è in una posizione di “figlio/a” dipendente, passivo, con scarsa iniziativa. Questa sorta di legame genitoriale anziché coniugale porta ad un decadimento dell’attrazione erotica, soprattutto dell’uomo verso la “moglie-mamma” e si assiste spesso ad uno sbilanciamento della coppia sui doveri anziché piaceri della vita in toto. Quindi ancora una volta la sofferenza manifestata tra le lenzuola chiede di essere compresa alla luce del funzionamento di quella coppia.
Certamente allargando ancora di più il contesto si comprende ancora più precisamente da dove vengono queste parti che stanno interpretando e per cui si sono scelti. Il partner “genitorializzato” sarà stato spinto verso l’autonomia, l’autosufficienza precocemente nella sua famiglia di origine, l’altro potrebbe aver sperimentato al contrario una relazione di dipendenza dalla famiglia di origine troppo a lungo oppure al contrario una grande trascuratezza e quindi presenta un fame insaziabile di cura e protezione. A guardare ancora meglio, ci accorgiamo che nelle coppie dei genitori come coniugi di questi partner, esisteva anche tra loro un modello sbilanciato dal punto di vista della reciprocità di coppia e quindi la presenza anche ai piani alti dell’albero genealogico di un partner con più potere dell’altro. Questo tipo di lettura del legame di coppia a partire dalla sessualità, offre la possibilità di acquisire la consapevolezza di quel che si sta agendo nel legame e della necessità di apportare un cambiamento nella direzione tracciata assieme all’esperto. Un’occasione di crescita personale oltreché relazionale e un arricchimento per l’area della genitorialità di quella coppia che saprà mettere a disposizione dei propri figli strumenti relazionali più evoluti ed efficaci.