Il termine Naturopatia si è molto diffuso negli ultimi anni, perché è emersa nelle persone la voglia di “stare bene” grazie a quello che la Natura ha da offrire, accrescendo anche la consapevolezza che occorra una figura che possa fornire gli strumenti per farlo. Le sue radici filosofiche sono antiche quanto lo è la storia dell’uomo, basti pensare alla Medicina Tradizionale Cinese, tra le più antiche filosofie mediche al mondo, che già poteva dirsi naturopatica.
E possiamo citare la scuola medica di Ippocrate, il quale riteneva che per curare una malattia fosse necessario curare la persona nel suo complesso, avendo una visione olistica (olos = tutto), considerando che i problemi di una singola parte coinvolgono l’intera struttura del corpo, in termini psichici e fisici e che l’uomo si mantiene in relazione a come si nutre, a ciò che beve, all’ ambiente in cui vive e lavora.
Personaggi illustri come Paracelso hanno poi dato il loro contributo nell’accrescere i contenuti e le tecniche della Naturopatia.
A coniare la parola “Naturopatia” è John Steel, un medico di New York nel 1900, da “Nature” e ”Path” da cui “ Nature’s Path” Sentiero della Natura, per indicare la “via” terapeutica indicata dalla natura, il sentiero naturale che porta al benessere.
Come possiamo quindi definire la Naturopatia?
Come l’insieme di tutte le discipline olistiche che si occupano di aiutare le persone a ritrovare un equilibrio di salute e benessere.
Ed ecco che il Naturopata nasce come figura professionale che agisce nel campo delle Discipline Bio-Naturali, con lo scopo di stimolare le persone a ritrovare uno stile di vita che rispecchi questo equilibrio.
Il Naturopata può intendersi come operatore del benessere, della prevenzione, dell’educazione e promozione alla salute individuale, all’interno della società e dell’ambiente in cui la persona vive. Avendo un approccio tricotomico, il Naturopata guarda l’uomo come un evento unico e globale, come risultato dell’unione di Mente, Corpo e Anima, come il “riassunto” ultimo del cammino dell’evoluzione.
Mette la visione olistica al centro del suo lavoro: mente e corpo non sono due mondi differenti, ma di fatto appartengono alla stessa realtà.
Non è un medico e non formula diagnosi né interferisce con le prescrizioni mediche. È quindi uno strumento complementare alla medicina tradizionale perché utilizza tutto ciò che la Natura mette a sua disposizione per stimolare la persona ad una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé.
Il suo lavoro può consistere nel consigliare l’utilizzo di prodotti fitoterapici, nel promuovere percorsi di riequilibrio attraverso rimedi floriterapici oppure servendosi di molteplici tecniche olistiche come ad esempio la Riflessologia Plantare, la Craniosacrale, la Digitopressione Dinamica, in grado di stimolare le naturali capacità di autoguarigione del Corpo e aiutare la persona a migliorare il proprio benessere psico-fisico.