Alle “Giornate Italiane di Neuro-agopuntura”, esperti da tutto il mondo (Cina, Giappone, India, Vietnam, Australia, Stati Uniti, Brasile ed Europa) si incontrano per discutere di terapie innovative per Parkinson, ictus, demenze e autismo. Una disciplina che unisce neuroscienze moderne e medicina antica, con risultati sorprendenti
DAL 9 ALL’ 11 MAGGIO 2025 | ACCADEMIA DEI FISIOCRITICI | SIENA
Quando l’ago incontra il neurone
C’è un filo invisibile che collega Pechino a Siena, Santa Fe a Volterra, Tokyo a Firenze. È il filo della Neuro-agopuntura, tecnica terapeutica che mescola l’arte millenaria orientale dell’agopuntura con le neuroscienze più avanzate. Un’alleanza potente, già in atto negli ospedali di mezzo mondo, e che dal 9 all’11 maggio troverà nella città del Palio il suo baricentro scientifico.
All’Accademia dei Fisiocritici si terranno le seconde “Giornate Italiane di Neuro-agopuntura”, evento organizzato da AMI (Agopuntura Medica Integrata), che porterà a Siena studiosi e clinici da Cina, Giappone, India, Vietnam, Australia, Stati Uniti, Brasile e ovviamente dall’Europa. Tre giorni di workshop, seminari e casi clinici su patologie che la medicina occidentale, da sola, spesso non riesce ancora a domare: Parkinson, demenze, autismo, neuro-disabilità infantile, traumi cerebrali, riabilitazione post-ictus.
Dall’ospedale alla speranza
L’agopuntura non è più (solo) una medicina alternativa. Lo dimostra l’evento dell’11 maggio: un Forum di documentazione clinica internazionale, il primo del genere al mondo. In quella sede verranno presentati studi, evidenze scientifiche, recuperi neurologici insperati, molti documentati e realizzati in contesti ospedalieri. Prove solide che raccontano come aghi millimetrici, applicati in precisi punti di testa e orecchie, possano risvegliare connessioni neurali e riattivare funzioni motorie e cognitive.
La voce della clinica
“Ho visto bambini autistici parlare per la prima volta, pazienti paralizzati tornare al movimento, corpi dati per persi rinascere e riconquistare spazi di autonomia per sé, ma anche per le famiglie stesse che li devono assistere” – racconta Cecilia Lucenti, medico agopuntore, presidente di AMI e pioniera italiana della Neuro-agopuntura. “Sembra miracoloso, ma è pura neurofisiologia. Il nostro compito è ora integrarla nella sanità pubblica, non lasciarla ai margini.In Italia – sottolinea la dottoressa Lucenti – ogni agopuntore per legge è anche un medico: una doppia competenza che garantisce diagnosi accurate e l’inserimento delle tecniche orientali in protocolli scientifici rigorosi. Non si tratta più di scegliere tra Oriente e Occidente, ma di unire le forze per il bene del paziente in un’unica Medicina. Nessuna filosofia, né esotismi, ma la neurologia applicata con un’altra grammatica: quella del corpo come sistema intelligente, capace di auto-ripararsi se stimolato nei punti e con le modalità giuste”.
Aghi e neuroscienze
Ma cos’è esattamente la Neuro-agopuntura? Una disciplina – nata negli anni cinquanta del ‘900 dallo studio dell’agopuntura alla luce delle neuroscienze – che fonde le craniopunture cinese e giapponese, l’agopuntura classica e la neuro-auricoloterapia codificata dai neurofisiologi francesi. Le sue applicazioni vanno dalla rianimazione alla riabilitazione, dalla pediatria alla geriatria, e si stanno diffondendo in tutto il mondo.
AMI ha fatto da apripista in Italia con il Corso di Perfezionamento dell’Università di Siena, la convenzione con la Fondazione Volterra Ricerche, quella con la Lilt per la neuro-agopuntura pediatrica e la pubblicazione delle “Storie di Agopuntura Neurologica” per le neonate Edizioni AMI. Iniziative che hanno contribuito a formare una generazione di medici capaci di usare l’ago come uno strumento “chirurgico” del sistema nervoso.
Una medicina senza effetti collaterali
In un’epoca in cui le terapie neurologiche tradizionali sono spesso costose e dai risultati incerti, la Neuro-agopuntura propone un’alternativa accessibile, a basso impatto economico e completamente priva di tossicità ed effetti collaterali. “Stiamo parlando – ribadisce Cecilia Lucenti – di una tecnologia terapeutica che funziona, in molti casi l’unica opzione disponibile, facilmente integrabile in ospedale e dal costo bassissimo. In Cina e negli Stati Uniti è già una realtà e persino le compagnie assicurative hanno cominciato a rimborsarla per i risultati ottenuti: per questo anche l’Europa e l’Italia devono aprire gli occhi”.
I numeri parlano chiaro
Secondo gli ultimi dati Istat, oltre 2 milioni di italiani si affidano all’agopuntura. Una cifra destinata a crescere, specialmente in ambito neurologico, dove la domanda di alternative efficaci e sicure è in continua ascesa. Nel frattempo, Siena si prepara ad accogliere un confronto globale che potrebbe cambiare il volto della medicina riabilitativa. Non più frontiere tra Oriente e Occidente, ma un’unica mappa della cura. E al centro, un ago.
AMI – Agopuntura Medica Integrata è un’associazione di medici e pazienti con più di 300 iscritti, nata nel 2018 con lo scopo di integrare il sapere e le diagnostiche della medicina tradizionale con l’Agopuntura attraverso cure efficaci, poco costose e prive di effetti collaterali. AMI nasce a Siena, in Toscana, regione da sempre sensibile all’integrazione delle medicine e dove, non a caso, è nato il primo ospedale italiano di medicina integrata: il Centro Ospedaliero di Pitigliano, dove si integra l’Agopuntura nella riabilitazione neurologica e ortopedica, oltre che in oncologia e geriatria.
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