Il narcisismo è un tema ampiamente dibattuto negli ultimi tempi ed un argomento che desta sempre un certo interesse. Gli pseudo-valori del disagio narcisistico sono peraltro ben allineati con quelli professati dal nostro contesto socioculturale quali il potere, l’egocentrismo, la negazione della fragilità e della debolezza, aspetti celati dietro una fredda e cinica maschera di forza e di autosufficienza.
Molte persone esprimono il desiderio di essere aiutate a raggiungere una condizione psicologica in cui non abbiano bisogno dell’altro, nel senso di relazioni affettive, di legami in cui normalmente appaghiamo bisogni di dipendenza e di appartenenza; alcuni invece vorrebbero, come dire, bastare a se stessi. Un obiettivo impraticabile per chiunque oltre che inauspicabile. Questa richiesta racconta dell’angoscia di chi vive il timore che legarsi affettivamente significa dare il potere all’altro di condizionare il proprio equilibrio; in poche parole la paura di venire vincolato, sottomesso, umiliato, abbandonato, ferito, deluso, maltrattato dall’altro.
Questo spesso è dato da un narcisismo ferito che ancora sanguina, che di esperienze di scarsa cura, di distanza emotiva e assenza di intimità, se non di umiliazione e disvalore ne ha collezionate tante da aver perso fiducia in se stesso quanto nella possibilità di una autentica reciprocità amorosa.
Può così imparare a difendersi dall’angoscia di annientamento con una rabbia vendicativa, anaffettiva per sentirsi dominante anziché dominato. Parliamo del narcisista “sadico” anche detto “grandioso”, il tipo arrogante, insensibile ed egoista che attrae fortemente le personalità masochistiche che, al contrario, protendono in modo recidivante verso partner trascuranti.
Il masochismo però è un’altra insana espressione della ferita narcisistica, definita “vulnerabile”, qui la paura dell’altro, l’ipersensibilità al giudizio, l’ansia sociale e il timore di essere rifiutati si gestiscono con una compiacenza eccessiva e un bisogno di ingraziarsi sempre gli altri. Dunque si adatta con sottomissione e il mancato calore e riconoscimento dei primi contesti relazionali significativi vissuti, fa sospettare di meritare simili punizioni. Si capisce così l’incontro formidabile delle due tipologie di ferita narcisistica: il torturatore cerca conferme della propria supremazia lasciando sia il masochista ad esprimere la parte fragile ed emotiva, il masochista vede da una parte confermata la propria inadeguatezza, dall’altra può delegare al tiranno gran parte delle proprie responsabilità e della propria vacillante autonomia. Ed è subito “amore”.