Ecco i 3 racconti su Violante di Baviera creati durante la prima passeggiata de “Le Scoperte”, l’iniziativa promossa dalle guide Federagit di Siena e Confesercenti. Il secondo appuntamento è giovedì 1° agosto con partenza da Fonte Gaia alle ore 21.30.
Per questa edizione i partecipanti ai corsi di Scrittura Creativa condotti da Arsenio Siani sono a disposizione per raccontare, attraverso le tecniche apprese durante i corsi presso SienaSalute, la storia da un punto di vista creativo e più personale.
L’edizione 2019 è dedicata ai personaggi senesi da riscoprire (Violante Baviera, Ettore Bastianini, Federigo Tozzi e tanti altri).
Il costo è di 8 euro a persona, 5 euro per i soci SienaSalute (gratis bambini fino a 10 anni). Prenotazioni: 334.8418736 – federagitsiena@libero.it
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1.BUONASERA, IO SONO VIOLANTE
di Lucia Simona Pacchierotti
Sono ormai le 19.00 quando esco da lavoro. Un’amica mi ha invitata per un aperitivo, sono contenta di questa pausa prima di intraprendere la passeggiata che mi porterà a conoscere un personaggio storico: Violante Beatrice di Baviera.
La giornata è stata caldissima e anche la serata non smentisce di essere dominata dalla canicola estiva. Siena è tremenda in questo periodo dell’anno. La pietra serena che pavimenta le strette vie ed il cotto dei palazzi, rimandano al passante tutto il calore del giorno. Quando arrivo all’appuntamento in Piazza de Campo con la guida turistica che accompagnerà il gruppo, sono sorpresa di quante persone vi parteciperanno. Così come mi sorprende il leggero venticello che rinfresca le membra accaldate.
Ecco, si parte. La guida, Sara mi sembra il suo nome, ha un tono schietto e parla né troppo veloce né troppo lento, capisco che non è senese ma non riesco a darle una collocazione geografica. Mentre Sara introduce l’argomento e la figura di Violante Beatrice di Baviera, la mia mente vaga in direzione del XVII secolo, all’autunno del 1688….
«Violante!» è la voce autoritaria della Baronessa Federica Simeoni che richiama la giovane fanciulla «Violante! Dovete prepararvi. Da oggi siete la futura Granduchessa di Toscana»
«Si Madame lo so! Mi avete preparato per anni a questo giorno… Al giorno delle mie nozze. Tuttavia non capisco perché il futuro Granduca, il mio sposo, non sia potuto venire a Monaco» e mentre parla, Violante si guarda allo specchio. Non si piace più di tanto, troppo alta, troppo magra, col naso aquilino, il volto allungato e gli occhi leggermente sporgenti, solo le gambe a parer suo, hanno un che di piacevole, sono slanciate e affusolate da donna abituata all’esercizio fisico e ad andare a cavallo, è un peccato tenerle nascoste sotto le vesti.
«Madame pensate che piacerò a mio marito? A maggio, dopo il contratto, gli ho inviato un medaglione col mio ritratto ma lui non ha fatto altrettanto. Che aspetto avrà?»
La Baronessa osserva la giovane della quale si prende cura fin da quando era bambina. Orfana sia di madre sia di padre, Violante è cresciuta con un’indole gentile e devota. No! non crede che piacerà al futuro Granduca, non per l’aspetto fisico, solo che la ragazza era priva di ogni malizia e troppo intelligente. Ferdinando non ha nascosto che la sposa solo per questioni economiche e dinastiche impostegli dal padre Cosimo III de’ Medici. Naturalmente non le dice nulla di tutto ciò, semplicemente la bacia in fronte.
«Forza bambina, tra un mese lo conoscerete di persona… andrà tutto bene»
Invece nel loro matrimonio, bene non è andato quasi nulla. Violante arriva a Firenze il 29 dicembre del 1688 e Ferdinando non è ad accoglierla. Ci sarà invece il fratello minore Gian Gastone. Un ragazzo mite e di soli due anni più grande di lei. Violante nota la sua gentilezza femminea, tra di loro nasce una tenera amicizia ed una sintonia che si protrarranno negli anni, per dissolversi solo a pochi mesi dalla morte della donna. L’aspirante Granduchessa convolerà a nozze il 9 gennaio del 1689, sarà in quella freddissima giornata invernale che le verrà adagiata sulla testa la corona un tempo appartenuta a Cosimo I.
Alla corte dei Medici, Violante conosce una realtà molto diversa dalla sua. Abituata ad una vita tutto sommato libera ed anticonformista, ella parla quattro lingue, è una buona amazzone ed è amante della cultura, a Firenze deve entrare nella rigidità di Cosimo III. Tuttavia il suo carattere docile, la fa apprezzare molto dal suocero ma non dal marito che non le nasconderà le sue dissolutezze libertine. Saranno proprio queste a condurlo alla morte per sifilide il 31 ottobre 1713. Il matrimonio tra loro si chiuderà senza eredi.
«Entrate Violante» la voce grave del Granduca Cosimo la fa rabbrividire. E’ da molto che si domanda cosa l’attenderà come vedova senza figli. Lei sarebbe ritornata volentieri anche a Monaco ma dubitava di avere il consenso dal suocero. Le finanze della famiglia Medici non erano più quelle di un tempo e la sua dote non poteva essere restituita. Aveva amato profondamente, silenziosamente e castamente, Ferdinando e sofferto per tutti i suoi tradimenti.
«Buongiorno Granduca» disse facendo un inchino.
Cosimo III la guardò severo, ma subito addolcì l’espressione, forse commosso dalla sua figura esile. Erano passati degli anni dalla morte del figlio primogenito e l’uomo ormai aveva poche speranze anche riguardo al secondo. Avrebe voluto un erede maschio, eppure la Provvidenza gli stava negando la successione.
«Violante, non posso rimandarvi in Baviera. Posso proporvi invece un governatorato»
Inizia così la seconda fase della sua vita, come Governatrice della Città di Siena. Il 12 aprile del 1717 Violante fa il suo ingresso ufficiale nella città affiliata al Granducato, accolta a Fontebecci dalle dame più insigni e dalla Balìa. Un corteo immane e festoso che si dirigerà verso la porta Camollia dove l’attendono le Contrade per inoltrarsi nel centro fino a Piazza del Campo e poi alla Cattedrale per il Te Deum. Tuttavia, negli anni, Violante sembra non amare particolarmente l’incarico e neanche la città: troppo umida e fredda d’inverno e troppo calda d’estate. Ella preferiva la vita alla villa di Lappeggi, la preferiva sia per il clima sia per la posizione strategica di vicinanza a Firenze e Roma. Siena però, possedeva una vivace attività accademica e associazionistica, anche femminile, ed aveva mantenuto la tradizione medievale della suddivisione territoriale per Contrade. Certo era molto confusa e necessitava di un regolamenteo. Lei però non se ne intendeva più di tanto ma voleva che quelle ‘istituzioni’ avessero un loro riconoscimento e una loro struttura. Nel 1721 viene redatto il Bando che ancora oggi regola la festa e qualche anno dopo da l’incarico a due esperti, Angelo del Costone e Niccolò Sozzini, affinché compilassero un nuovo documento per la “nuova divisione de’ confini fra le Contrade” nel quale si definissero il numero delle consorelle e i loro territori, oltre alle questioni economiche che le riguardavano.
Ormai siamo alla fase conclusiva della vita della Governatrice, sempre più ritirata per via di una salute cagionevole. Sarà una donna ricordata a Siena per il Bando e a Firenze per aver ricevuto da Benedetto XIII la Rosa d’Oro nel 1727, per la usa cultura, per la sua gentilezza, per aver incentivato l’emancipazione femminile, per essere stata l’ultima aspirante al titolo di Granduchessa di Toscana. Quando morì, il 30 maggio del 1731, Siena che l’aveva accolta trionfalmente, non le rese omaggio nella stessa maniera, stanca del suo continuo assenteismo. Violante Beatrice, per volere testamentario, fece seppellire il suo corpo nella cripta della chiesa di Santa Teresa nel convento delle Carmelitane scalze a Firenze e il cuore espiantato, posizionato in una teca ai piedi del defunto marito in San Lorenzo.
Sulle ultime frasi della guida, che ci ha condotto nella passeggiata per il per il centro storico conclusa in Piazza Postierla, davanti alla fontana della Contrada dell’Acquila, tutti noi che vi abbiamo partecipato siamo stremati dal caldo ma ricchi di immagini evocative riguardo alla la storia di una personaggio femminile al quale Siena deve un tributo fondamentale.
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2.Ho conosciuto Violante Beatrice di Baviera
di Sabrina Carletti
Quando cammino per le vie della mia città mi soffermo sempre ad osservare qualcosa di nuovo. Siena è un prezioso scrigno che custodisce tesori di infinita bellezza e questi tesori, te li svela a poco a poco. Sembra quasi che voglia stupirti ogni volta con un particolare nuovo. Tutta la città è un’opera d’arte. Passeggiando lungo i suoi vicoli, osservando gli archi, gli scorci, i palazzi, i tagli di luce che esaltano l’armonia delle sfumature di colore della pietra e del mattone, percepisco, chiudendo gli occhi, il brusio di voci antiche.
Capannelli di persone con i loro abiti medievali, i carretti, gli zoccoli dei cavalli, insomma i rumori che, possiamo immaginare, esserci stati un tempo.
Come se i muri avessero assorbito questi suoni e ce li restituissero per non dimenticare.
Giovedì sera in occasione del consueto appuntamento con “A spasso nella storia di Siena”, ripercorrendo i luoghi e ascoltando il racconto degli episodi legati alla città della Principessa Violante Beatrice di Baviera, ho avuto la sensazione che lei mi accompagnasse. L’ho sentita vicina come se fosse lei a raccontare, a raccontarsi…
La storia delle donne del passato, mi affascina sempre molto. Le donne non hanno mai avuto una vita facile, hanno sempre dovuto fare molta fatica per conquistarsi la fiducia, l’approvazione e perché no, il potere.
Violante Beatrice Wittelbach di Baviera, un nome che subito fa pensare ad una persona importante, fu governatrice di Siena per ben 14 anni.
-Violante, ti stanno descrivendo come una donna colta, intelligente, poliglotta, amante delle arti, capace di andare a cavallo, ma anche docile e fragile. E’ vero che ti consideravi brutta e non ti volevi guardare allo specchio? –
-Si, è vero e se lo vuoi sapere, non mi piacciono neanche la confusione e lo sfarzo! –
– Ecco! Ora capisco perché in occasione del tuo arrivo a Siena, in qualità di governatrice, facesti sapere tramite una lettera, di non gradire un’accoglienza carnevalesca e troppo sfarzosa! –
Naturalmente i senesi ti riservarono una degna accoglienza, forse esagerarono un pochino con l’idea di far sgorgare il vino al posto dell’acqua da Fonte Gaia!
La nostra Piazza del Campo è sempre molto suggestiva, in qualsiasi ora del giorno cambia la sua atmosfera. Con il cambiare della luce fino a lasciarci a bocca aperta quando di notte in cielo c’è la luna piena.
-Dimmi Violante, cosa hai pensato quando sei arrivata in Piazza? –
– Ho pensato che è stupenda, sono rimasta senza parole! –
Oh! Mio Dio! Adesso è andata via luce!
-Cara, la luce di notte non c’è! E’ normale! Con questo caldo sono più infastidita da questi vestiti ingombranti che dal buio! –
Certo, penso! In effetti noi con le nostre camicette fine di lino, il caldo lo affrontiamo meglio!
Ci stiamo incamminando verso il Duomo. Violante è al mio fianco. Ad un certo punto mi sussurra ad un orecchio: – Quando il corteo mi accompagnò in Duomo per il Te Deum, davanti alla facciata della Cattedrale mi si fermò il respiro per tanta bellezza. Anche stasera c’è una bella atmosfera, il cielo stellato sembra una cupola che ci protegge. –
-Si, sto pensando anche io la stessa cosa. –
Mi giro verso di lei e la vedo assorta. Probabilmente sta pregando come lo fece davanti alla Madonna del Voto, tanto venerata da popolo di Siena, quel 12 Aprile del 1717.
-Cara Violante, i senesi ti riservarono un’accoglienza calorosa e tu li ricambiasti con la tua adesione ai canoni della religiosità del popolo senese, con la tua capacità di creare una struttura governativa precisa e bilanciata, cercando di non scontentare nessuno e con la tua attenzione verso le richieste del popolo!-
-Si, Cara, ma non fu semplice. Mi piacque dei senesi l’attaccamento al Palio e feci di tutto per dare un contributo considerando le contrade dei veri e propri organi costituzionali e acconsentendo alla richiesta della Balìa, che era l’organo di governo, di istituire un regolamento delle corse del Palio. Il 16 Maggio del 1721 il collegio di Balìa emise il Bando. –
-Sai Violante, ancora oggi il tuo Bando costituisce l’attuale regolamento del Palio! Ed anche i confini del territorio di ogni contrada, sanciti dal Bando successivo del 1729, sono ancora oggi gli stessi!-
-Cara Principessa Violante Beatrice, i senesi credettero in te ma tu un po’ li deludesti! Dei 14 anni di governatorato, ne passasti a Siena solo 2 rendendo molto impegnativo il lavoro dei magistrati.-
– La mia salute era cagionevole e mi piaceva fuggire dallo sfarzo del mondo di corte per raccogliermi in preghiera e meditazione, quindi spesso mi rifugiavo nella mia amata Villa Lappeggi vicino a Firenze. Cara mia, sapessi, anche, quanto era impegnativa la corte di Firenze e poi Roma, dove ero molto stimata dal Papa Benedetto XIII!
– Si si lo so! Il Papa ti riservò anche un prestigioso riconoscimento! La Rosa d’Oro, riconoscimento riservato a pochi , sicuramente te lo meritasti per il sostegno che desti alla causa religiosa.
– Violante, la nostra passeggiata si si conclude qua, in Piazza Postierla che i senesi chiamano più comunemente “I Quattro Cantoni”
-Eh! Lo conosco bene questo crocevia! Teatro di confini difficili da gestire!
Mi è piaciuta molto questa serata in mio onore, bella atmosfera e tantissima gente interessata alla mia storia!
-Violante, voglio farti un’ultima domanda: – Sei stata felice oppure la tua vita è stata tutta un dovere verso le decisioni che gli altri avevano preso per te?-
– Cara ti saluto, di questo ne parleremo un’altra volta!
Violante Beatrice di Baviera morì a Firenze il 30 Maggio del 1731. Il popolo senese, non le perdonò la continua assenza e non le riservò un caloroso cordoglio.
Molto nobile fu la sua scelta di essere seppellita nella Chiesa del convento delle Carmelitane Scalze invece che nella tomba di famiglia Medici, in San Lorenzo.
Il convento, del resto era stato il suo rifugio spirituale.
Lasciò, nelle sue ultime volontà testamentali, che il suo cuore fosse estratto e deposto ai piedi del defunto marito Ferdinando dei Medici che le avevano imposto in sposo quando era ancora una giovane ragazza e che nonostante tutto amava non corrisposta. Da Ferdinando, Violante, non ebbe i figli, motivo del suo matrimonio combinato. Figli che avrebbero dovuto continuare la dinastia dei Medici ormai al tramonto.
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3.VIOLANTE BEATRICE DI BAVIERA
di Silvio Serri
Violante Beatrice di Baviera, figlia di Ferdinando Maria, elettore del sacro romano impero e di Enrichetta Adelaide di Savoia nata nel 1673, fu grande principessa di Toscana, perché moglie di Ferdinando de’ Medici, principe ereditario al trono di Toscana, diventata vedova nel 1713, le fu affidato l’incarico di governatrice della città di Siena, che coprì dal 1717 al 1731 anno della sua morte.
Ci siamo riuniti a Fonte Gaia, in piazza del Campo. I coordinatori e organizzatori dell’evento predispongono i partecipanti, previa prenotazione, in due gruppi, tale è la presenza degli intervenuti, stimabile in circa 150 persone, e consegnati gli auricolari, la nostra guida incomincia a illustrare il personaggio, prima in piazza, poi presso la contrada del leocorno, per poi raggiungere la chiesa di Provenzano, alla cui Madonna Violante era molto devota.
Ella non si riteneva bella, di statura alta e dal corpo esile, con capelli lunghi, naso aquilino, carnagione chiara, aspetto nordico, amante dell’arte.
Stasera mi sento entusiasta di questo evento, soggiogato dal personaggio in questione che fa parte integrante della nostra città.
Per i senesi e non, le iniziative e il modo di governare di Violante hanno lasciato una traccia indelebile rendendo l’escursione notturna, una simbiosi col passato repubblicano.
A un tratto, mentre ci si trasferiva percorrendo le vie cittadine per raggiungere piazza Duomo, per breve tempo è mancata l’energia elettrica, rendendo più suggestiva la nostra escursione.
Violante era molto attiva nei brevi soggiorni in Siena. Recandosi in corteo verso Camollia, illuminata a giorno, decise di fermare la carrozza all’antiporto per incontrare le contrade.
Violante nel 1728, emanò il bando per le contrade stabilendo in diciassette il numero, rimasto invariato ancora oggi. Rettificò i confini delle contrade stabilmente. La balia stabilì le contrade partecipanti al palio in numero dieci.
Si va verso il Duomo, percorrendo la via di città, deviando sulla via dei Pellegrini, poi via dei Fusari per raggiungere santa Maria della Scala.
Ci viene spiegato che Violante entrò nel duomo perché era molto religiosa, e continuò a ricevere le autorità in ogni occasione.
A Siena Violante si trattenne per brevi periodi mentre soggiornò a lungo a Firenze e Roma, centri del potere politico e del potere papale. Con Cosimo c’era un buon rapporto, però non condivideva il suo stile di vita molto cerimonioso e pronto a qualsiasi appagamento mondano. Lei, Violante, era molto attenta. Fu protettrice dell’Accademia dei Fisiocritici, degli Intronati e dei Rozzi. Molto illuminista, aveva la passione per l’opera. Sfuggiva agli spettacoli popolari, alle feste, tipo i carnevali.
A Roma, Benedetto XIII le conferì la massima onorificenza in occasione del giubileo, consegnandole una rosa d’oro. Amava e stimava moltissimo Violante per la sua dinamicità e devozione.
Un grazie a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questa splendida escursione culturale ed un grazie particolare alla nostra guida da un allievo del corso di Scrittura Creativa.