Chi si avvicina allo yoga lo fa spesso per ‘rilassarsi’, altre volte viene consigliato come esercizio fisico complementare (‘stretching’ dopo la palestra o la corsa) o per problemi muscolo-scheletrici. I concetti di ginnastica dolce e rilassamento mentale sono quasi sempre associati con l’idea che abbiamo dello yoga, anche se recentemente vediamo diffondersi forme di yoga decisamente dinamiche ed impegnative.
Lo yoga è in realtà un approccio filosofico, un metodo psicosomatico volto al raggiungimento della comprensione che corpo, mente ed emozioni sono aspetti diversi di un’unica natura. Attraverso questa comprensione è possibile arrivare alla conoscenza profonda di sé e alleviare la sofferenza esistenziale che attanaglia quasi tutti e che si manifesta spesso anche nella sfera fisica.
Lo yoga non è una religione ma origina dalla stessa antichissima tradizione vedica dalla quale è nato anche l’induismo. É un metodo di ricerca spirituale, e come tale è stato adottato anche da espressioni religiose.
Lo yoga classico ha le sue basi nella visione secondo la quale la realtà che conosciamo e di cui facciamo esperienza è costituita da materia in continuo mutamento. Questa materia (che include anche i nostri processi mentali) avvolge la nostra coscienza che è invece eterna ed immutabile e causa una identificazione errata e dolorosa. L’obiettivo della ricerca è pertanto quello di ‘liberare’ la coscienza purificando i processi mentali, anche attraverso esercizi psicofisici.
In questo senso lo yoga deve essere considerato una disciplina essenzialmente spirituale, che porta ad un elevato livello di chiarezza su noi stessi e sulle nostre interazioni con il mondo, e le cui metodologie possono essere applicate sia da chi sente una inclinazione religiosa che da chi non la sente.
Il testo di riferimento principale dello yoga classico è costituito dagli Yoga Sutra, una serie di aforismi, compilati dal saggio Patanjali. In questo testo si descrive il funzionamento della mente umana, i motivi della sofferenza esistenziale e si propone un percorso in otto parti verso la chiarezza.
Il percorso comprende Yama e Niyama, precetti di comportamento simili alle indicazioni etiche che troviamo in tutte le civiltà, perchè un comportamento etico lascia la mente sgombra da affanni.
Gli Asana sono esercizi fisici volti a migliorare il corpo e prepararlo alla meditazione. Il Pranayama è la disciplina del respiro, attraverso la quale possiamo, in modo molto semplice ed efficace, cominciare a calmare la mente. Questi due aspetti, che a grandi linee corrispondono all’Hatha Yoga, ci aiutano a raggiungere un livello di controllo sugli stimoli sensoriali, la fase cosiddetta di Pratyahara.
Dharana e Dhyana sono stadi progressivi di concentrazione, fino ad arrivare alla capacità di rimanere completamente assorti (Samadhi). Questi tre elementi costituiscono la parte più elevata dello yoga (il cosiddetto Raja Yoga).
Il percorso delineato dallo yoga permette quindi di riconoscere e affrontare le illusioni e le identificazioni sbagliate che spesso ci causano sofferenza, ottenendo un livello di consapevolezza che porta, nel tempo, ad una maggiore serenità.