I dati Istat dello scorso settembre indicano la disoccupazione ferma a 11,1%, per i giovani invece sale a 35,7%, risultano in aumento gli indipendenti, stabili i dipendenti a termine, in calo i permanenti.
Sul versante occupazionale, il tema è articolato: a fronte di una disoccupazione costante, ove comunque aumentano i contratti non garantiti, il mercato giovanile rimane agghiacciante: ultimi in Europa!
Scomparsa del 50% delle professioni. In questo ultimo periodo si racconta che il 50% dei nostri lavori verrà sostituito dai robot. Se fosse così sarebbe una catastrofe, ma è vero? Di nuovo studiando le fonti, la riflessione è differente. Quasi la metà -per la precisione il 49%- dei lavori svolti attualmente da persone fisiche nel mondo, potranno essere automatizzati quando le tecnologie «correntemente sviluppate» si saranno diffuse su scala globale. Lo rivela uno studio McKinsey Global Institute che prende in esame 54 nazioni del mondo, per un totale di circa il 78% dei lavoratori del pianeta. In realtà perderanno il lavoro meno del 5% del totale, ma nel 60% dei lavori, il 30% delle attività potranno essere svolte automaticamente da robot o sistemi di intelligenza artificiale. Quindi, quello che emerge, è la necessità di aggiornarsi e di imparare a collaborare a stretto giro con le macchine che sostituiranno alcune nostre attività routinarie.